Reagire. In ogni situazione. Con prontezza. E’ un termine che mi appartiene, reagire, fa parte del mio carattere, della mia esperienza di vita. Ed è così che ho fatto quando ad aprile ho percepito strane sensazioni al seno. Vi racconto quello che ho vissuto e che sto vivendo per due ragioni: primo, perché i miei post sono diradati ed è giusto che ve ne spieghi il motivo; secondo, perché quello che è successo a me, potrebbe essere utile a voi che leggete.

In principio ho avuto il dubbio fosse un’altra espressione della fibromialgia, sindrome di cui soffro da diversi anni e che tratto con frequenti sedute di fisioterapia. Infatti è proprio alla mia fisioterapista di fiducia che mi sono rivolta subito, chiedendo se quei crampetti e formicolii al seno potessero essere collegati alla fascia muscolare e al fatto che faccio uso intensivo di mouse. Ormai ho una grande consapevolezza del mio corpo e sono in grado di capire se qualcosa è “normale” per me, o è qualcosa di “nuovo”. Abbiamo deciso di restare in ascolto e vedere se quei sintomi sarebbero scomparsi da lì a qualche giorno. Ma non è stato così. A maggio ho deciso di fare una mammografia in 3D con tomosintesi. Questa mammo di nuova generazione è in grado di “vedere” il seno con un’efficacia doppia rispetto alla mammografia tradizionale in 2D e di rilevare tumori piccolissimi anche in seni molto densi. Perché proprio quella? Perché come capita nella vita, casualmente, me ne aveva parlato mesi prima un’amica operata al seno per carcinoma e mi ero segnata il nome perché il caso non esiste, lo sapete vero? Mi sono sottoposta all’esame con la speranza di sbagliarmi, di aver ingigantito tutto, ma il mio istinto aveva visto giusto. Quando è arrivato il referto della biopsia, mio marito ed io eravamo già pronti. Sì, perché finché sei lucida hai tutto il tempo di capire cosa fare se… a chi rivolgerti in caso… di sentire se intorno a te ci sono donne che ci sono già passate e di farti raccontare la loro esperienza. E anche di scoprire che una paurosa percentuale di mie allieve, maledizione, ci era già passata. Si fa presto a contare quelle ancora intatte rispetto a quelle operate.

Potete immaginare la botta? Non si riesce mai a capire come potrà reagire una donna a questo tipo di notizia. Io, come anticipato, sono una reattiva, che re-agisce a ogni situazione. Anche se le prime due ore credo di averle vissute in apnea. In silenzio. La mia mente è stata ferma in quelle due ore nel vuoto più totale. Poi il pianto. Ma non realizzi subito, ci vuole tempo. Almeno per me. Perché d’istinto, quando ho visto vacillare mio marito, il mio carattere di donna forte ha preso il sopravvento. Ok, sentiamo altri pareri. Voglio capire, guardare la bestia da ogni angolazione e poi decidiamo. Era il 13 giugno, sono stata operata il 15 luglio. Per un carcinoma duttale infiltrante cattivo come il mio la tempistica è importante e restare lucidi è ancora più importante perché ti permette di fare scelte opportune. Operarmi ad Aviano è stata la scelta giusta. Io non amo gli ospedali, non prendo farmaci abitualmente e cerco di star lontana da questo mondo il più possibile, ma lì mi sono sentita accolta da uno staff superlativo sotto tutti i profili, professionale, umano e psicologico.
Due giorni dopo sono tornata a casa in convalescenza, dove sono tutt’ora. È andato tutto bene: il linfonodo sentinella era pulito, significa che il bastardo non è riuscito a seminare, l’ho battuto sul tempo. Mi hanno fatto un quadrante, quindi ho ancora tutta la mia ciccia, anche se ne manca una fetta, ma si supera. Il chirurgo è stato bravo perché a prima vista non ci si accorge di nulla e con il tempo andrà sempre meglio. Sono stata fortunata. Ora devo pensare a guarire e a riprendermi bene per poter tornare ai miei innumerevoli impegni, e poi affrontare le cure. Ma ciò che vuole la mente non sempre è ciò che vuole il corpo, quindi devo portare pazienza. Il mio braccio destro si stanca in fretta e mi costringe a fare tutto con estrema lentezza. Vorrei scrivere tante cose, parlarvi di prodotti e iniziative, ma devo procedere con calma. Nel frattempo, penso e prendo consapevolezza di quanto accaduto. Tutto è andato veloce. Da un certo punto di vista meglio, perché c’è poco tempo per rimuginare, ma dall’altro si fa fatica a realizzare: ho avuto il cancro e sono qui a raccontarlo. Wow! Alcune donne mi hanno detto che il cancro ha cambiato loro la vita. Ci credo. È un’esperienza che segna. Come ha impattato su di me? Credo che leggendomi lo possiate capire: sono la stessa donna forte, equilibrata e coraggiosa. Non ho perso il mio spirito combattivo e neanche il mio modo di vedere sempre in positivo, traendone esperienza. Credo che la frase che mi rappresenta in questo momento sia: “la vita è ciò che ti accade mentre sei intento a fare progetti”. A presto.